NOTIZIARIO N. 65 FLP INTERNO
Nella richiesta di incontro al Ministro Matteo Piantedosi effettuata lo scorso 10 luglio dalla FLP (Notiziario n. 60) sono state poste all’attenzione del ministro una serie di problematiche connesse all’assetto organizzativo del Ministero dell’Interno.
Con i precedenti notiziari abbiamo poi approfondito alcuni temi:
Notiziario n. 61 del 11 luglio 2023 – insufficienza delle politiche assunzionali.
Notiziario n. 62 del 12 luglio 2023 – insufficienza delle dotazioni organiche e mancata rideterminazione delle piante organiche.
Notiziario n. 63 del 13 luglio 2023 – Carenza di personale civile e poliziotti negli uffici. Mancata applicazione dell’art. 36 comma 1 della legge 121/81.
Notiziario n. 64 del 13 luglio 2023 – Assetto organizzativo dirigenziale del Ministero dell’Interno. Numero di posti adeguato nell’Area delle elevate professionalità.
Il tema attenzionato oggi è quello della “Formazione”… del personale che già c’è e di quello che verrà.
Nel Ministero dell’Interno il personale appartenente alla Polizia di Stato ed al Corpo dei Vigili del Fuoco, riceve un eccellente livello di formazione professionale, in quanto i rispettivi dipartimenti hanno delle efficienti Scuole di Formazione e Centri di Addestramento.
L’Amministrazione Civile dedica invece la quasi totalità delle sue risorse economiche destinate alla formazione alle esigenze formative del personale neo assunto della carriera prefettizia per il quale, benché ogni nuovo concorso consenta l’immissione di circa 200 o 250 unità, continua a funzionare anche la struttura della Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno.
Per quanto riguarda il personale civile contrattualizzato, siamo invece ad un livello di insufficienza assoluta e la situazione è di molto peggiorata da quando l’allora governo Renzi, per motivi di risparmio, dismise le Scuole di Formazione delle amministrazioni che le possedevano per concentrare la residua attività formativa tutta sulla SNA (Scuola Nazionale dell’Amministrazione).
La SNA, in quasi nove anni, non si è dimostrata all’altezza di assicurare un livello di formazione bastevole alle singole amministrazioni (sia sotto il profilo qualitativo che sotto quello quantitativo) e il personale civile contra7ualizzato del Ministero dell’Interno è rimasto fortemente penalizzato a causa di tale carenza.
Il paradosso consiste nel fatto che:
1) la SSAI (Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno) è rimasta aperta ed ha un organico di circa 100 persone, le quali si dedicano quasi unicamente a supportare l’attività formativa di circa 200/250 neoassunti dai concorsi della carriera prefettizia, ovvero per alcuni mesi ogni due o tre anni;
2) negli anni scorsi il Ministero dell’Interno ha assorbito circa 60 unità provenienti dalla soppressa SSPAL (Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale) i quali non si capisce bene che tipo di lavoro svolgano all’interno della nostra amministrazione.
Da quello che dovrebbe essere il punto di vista dell’Amministrazione (qualora fosse diretta da dirigenti coscienziosi, lungimiranti e capaci) l’esigenza formativa del personale dovrebbe avere una rilevanza primaria per supportare l’attività:
a) sia del personale già in servizio;
b) che di quello neoassunto e di quello di prossima assunzione.
Invece, il personale di prossima assunzione, verrà con ogni probabilità immesso in servizio solo dopo che una parte considerevole dell’attuale personale sarà andato in pensione, e non potrà così contare né sulla possibilità formativa dell’apprendimento per affiancamento e neppure sull’erogazione di formazione (in presenza o a distanza) prevista da un adeguato piano formativo.
Da quanto si è finora potuto appurare, la dirigenza burocratica del Ministero dell’Interno, anziché approntare e definire un adeguato piano formativo per il nuovo personale, sta autorizzando prefetti e questori ad effettuare la richiamata in servizio di personale in quiescenza, sia remunerandolo con i fondi del PNRR, che ricorrendo alla collaborazione volontaria e gratuita di alcuni, in base all’art. 5, comma 9 del decreto legge 6 luglio 2012 n. 95, il quale ha costituito oggetto delle circolari interpretative n. 6 del 2014 e n. 4 del 2015 del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione.
Insomma, la richiamata in servizio dei pensionati sarebbe l’espediente escogitato da chi dirige la nostra Amministrazione, al fine di assicurare, in qualche caso, una sorta di formazione per affiancamento ai nuovi assunti.
La cosa, che è al tempo stesso ridicola e drammatica, lascia intendere che il vertice burocratico dell’Amministrazione civile dell’Interno è assolutamente inadeguato a svolgere il proprio compito.
Viviamo infatti in un’epoca in cui la formazione può essere confezionata ed erogata a distanza con mezzi poco costosi (in quanto già a disposizione dell’Amministrazione).
Quindi, utilizzando un diverso metodo di approccio, soprattutto mentale, sarebbe possibile creare un sistema di formazione “ripetibile” e “fruibile a distanza” per una vasta platea di utenti in tempi differenti. E per far questo sarebbe sufficiente:
1) reperire qualche decina di formatori specializzati in diverse materie, prevedendone l’assunzione nel piano assunzionale del personale, o ricorrendo ad alcune risorse interne che sono già a disposizione dell’Amministrazione;
2) utilizzare, a supporto di questi, il personale dell’Amministrazione civile dell’Interno già in servizio presso la la SSAI e la SSPAL,
3) confezionare dei supporti formativi mirati e fruibili in modalità e-learning, necessari alle varie esigenze formative.
A cura del Coordinamento Nazionale FLP Interno